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Dal software-based data center, all’interfaccia utente, passando per la sicurezza predittiva, ecco le tendenze del mercato cui è meglio pensare attenzione.

 

[Fonte: digital4.biz – pubblicato il 13 maggio 2015] Cinque anni nell’IT sono un orizzonte rilevante. Le previsioni – sia di mercato che tecnologiche – non sono mai facili. Ma per chi è chiamato a gestire l’IT in azienda, spostare lo sguardo un po’ più in là aiuta a prendere decisioni più consapevoli.

In questo senso un aiuto può arrivare da Dell che ha pubblicato il suo Technology Outlook 2015. Una guida in pillole che illustra i 10 trend tecnologici che prenderanno piede entro il 2020.

“Il Technology Outlook è il frutto del lavoro di Dell Research – spiega Jai Menon, Chief Research Office di Dell -, un hub di innovazione nato 2 anni fa con lo scopo di selezionare i progetti innovativi che si tradurranno poi in soluzioni da proporre al mercato”. Di seguito, nel dettaglio verranno descritti questi trend.

  1. Entro il 2020 la specializzazione software prenderà il sopravvento rispetto all’hardware customizzato. Emergerà il problema del software-based datacenter (SBDC), da non confondere con il software-defined datacenter (SDDC). Nell’SDDC, il software viene usato per orchestrare e gestire server, storage e networking, tramite opportune API. Il punto è che queste risorse spesso continuano a essere presenti sotto forma di hardware customizzato. In un SBDC, invece, le risorse hardware proprietarie lasciano il posto al software che gira su server standard. In altre parole, questi ultimi prenderanno il posto degli altri tipici dispositivi che troviamo in un datacenter (storage, networking, appliance specializzati).
  2. Entro il 2017 arriverà la nuova generazione di memorie non volatili. Gli SSD saranno i nuovi dischi ad alte prestazioni. Mentre gli attuali dischi fissi prenderanno il posto dei tape. Secondo Dell, i Solid State Disk andranno a scalzare gli attuali dischi da 15k RPM.m Non solo, entro il 2017 emergeranno nuovi tipi di memorie che saranno 50 volte più veloci rispetto alle attuali Flash. Questo ovviamente avrà delle ripercussioni non solo sui vendor di server e notebook, ma anche su come si sviluppa il software (l’accesso ai dati sarà molto più veloce).
  3. Entro il 2016 la sicurezza del BYOD non potrà essere scissa dall’usabilità. Molti dei problemi legati alla diffusione del BYOD riguardano i potenziali rischi di sicurezza. Il che, soprattutto nelle grandi aziende, porta ad articolare procedure di logging e accesso. Secondo Dell, verranno alla luce nuovi strumenti che permetteranno di utilizzare facilmente e in sicurezza applicazioni di livello enterprise indipendentemente dal dispositivo. Si andrà nel solco della cosiddetta Autenticazione Continua: l’utente sarà autenticato in base a una serie di caratteristiche proprie di quella persona (come interagisce col dispositivo, la pressione sullo schermo, il tipo di swipe e via dicendo).
  4. Entro il 2016 l’esplosione dell’IoT creerà nuove opportunità (ma anche nuove sfide). L’Internet of Things è già realtà in diversi settori (automazione industriale, utility, agricoltura, fra gli altri). Ma siamo solo agli inizi. Un processore ARM a 32 bit con 2KB di SRAM e 32 KB di memoria Flash costa ormai meno di 1 dollaro. Si pensi quindi ai costi risibili per dotare i dispositivi di nuova “intelligenza”. L’Internet of Things apre nuovi scenari di business a patto di valutare bene 2 fattori: il primo è la sicurezza (tutto ciò che è connesso è potenzialmente una porta di accesso); il secondo è come gestire l’enorme volume di dati generato. Se i 13.000 taxi di New York fossero “self driving” genererebbero la bellezza di 13 Tbit di dati al secondo. Come estrarre informazioni utili da tutti questi dati?
  5. Entro il 2018 l’interfaccia sarà in grado di interpretare le intenzioni dell’utente. I dispositivi hanno sempre più sensori a bordo. Questo consente di catturare altri tipi di informazioni e interpretare lo stato “emozionale” della persona. Dell sta lavorando ad alcune tecnologie e algoritmi per determinare se una persona è soddisfatta, stressata, annoiata, interessata. Come? Valutando fra gli altri il tono della voce e le espressioni facciali.
  6. Entro il 2020 le analytics evolveranno da descrittive a prescrittive. I dati di analytics vengono spesso usati in modo descrittivo (come sta andando il mio business). Ma questo è solo il primo passo. Il secondo step sarà passare a dati predittivi (cosa succederà prossimamente al mio business?) e poi prescrittivi (cosa devo fare del mio business?). Grazie all’evoluzione tecnologica (hardware più veloci a costi inferiori) e al miglioramento degli algoritmi di analytics assisteremo – secondo Dell – a un salto di qualità nell’utilizzo delle analytics.
  7. Entro il 2020 la maggior parte delle analytics in real-time saranno integrate con i processi di business. Dell parla di “democratizzazione” delle analytics. Nel corso dei prossimi anni la maggior parte dei sistemi andranno ad incorporare i dati analitici real-time direttamente nei processi di business, senza passare da una supervisione umana. In sostanza, si andrà a chiudere il gap fra analisi e azione.
  8. Entro il 2018 la sicurezza passerà da reattiva a predittiva. Le aziende saranno in grado di prevedere (e possibilmente prevenire) gli attacchi interni ed esterni prima che questi accadano. Fondamentale sarà la conoscenza del contesto di riferimento.
  9. Entro il 2019 aumenterà la sicurezza del cloud grazie alla cifratura omomorfica. La cifratura omomorfica è un tipo di crittografia che consente di manipolare dati cifrati. Tramite questa cifratura, si possono utilizzare dati crittografati per operazioni di vario tipo senza doverli decifrare per lavorarci sopra. Come si può immaginare la crittografia omomorfica risulta molto utile in ambienti di cloud computing.
  10. Entro il 2017 si passerà dal concetto di DLP a quello di self-protecting data. Secondo Dell, in un paio di anni vedremo uno scenario dove la protezione dei dati sensibili non verterà più sull’uso di firewall o soluzioni di Data Loss Prevention, ma si baserà su un meccanismo di encryption insito nel dato (self-protecting data).

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